La nostra storia
Chi uscendo dalla stazione centrale di Firenze, invece di seguire il percorso del turismo di massa verso il Duomo gira lateralmente nella stretta via Sant’Antonio, giunge in pochi passi nel quartiere del mercato della città, il quartiere di San Lorenzo, “il quartiere dei Medici”, un quartiere ricco di storia e arte.
Ma è anche il quartiere dei ceti popolari, dei venditori ambulanti, delle pensioni economiche e della compravendita quotidiana, un quartiere popolare che circonda l’imponente Mercato Centrale, l’antico mercato coperto della città.
Qui la vita comincia di primo mattino, quando i venditori aprono le loro bancarelle in Piazza San Lorenzo ed espongono per gli acquirenti il meraviglioso mondo delle merci toscane. Il tranquillo quartiere si trasforma allora nel centro vitale di Firenze, un caravanserraglio metropolitano dove il vecchio e il nuovo, l’effimero e il sublime, la vita piccola e quella grande si mescolano in maniera impareggiabile. Infatti “a Firenze arte e trippa sono buoni vicini”.
Le parole di L.Borghese lasciano ben intuire piazza San Lorenzo come oggi la ritroviamo con tutto il suo fascino e la tradizionalità che avvolge il visitatore che imbocca via dell’Ariento e, lasciando alle spalle la magnificenza della basilica dei Medici, quasi non riesce a scorgere per intero l’ imponente struttura che si nasconde dietro a bancarelle multietniche coloratissime . Non è sempre stata così la piazza, che è infatti il frutto di una riorganizzazione urbana avvenuta nel 1866, in visione della Firenze Capitale d’Italia che avrebbe portato lustro e splendore alla strade fiorentine. La costruzione del Nuovo Mercato Centrale si colloca in primo piano in una serie di iniziative volte al rinnovamento edilizio della città promosse dal comune nella seconda metà del X IX , quando, con 'esproprio del comune dei terreni dei C amaldoli di San Lorenzo , veniva incaricato l'architetto Mengoni per la costruzione del Nuovo Mercato Centrale.
Il progetto presentato si ispirava nettamente alla costruzione delle Halles parigine, realizzate in ferro e vetro . Dove le affinità non sono evidenti solo dal linguaggio architettonico ma anche dagli stalli di vendita modulari all'interno dell'edificio e dall'articolazione dello scheletro in ferro portante.
Un progetto imponente, moderno nelle forme e nella realizzazion e, che il Mengoni ha voluto integrare con la città di Firenze attraverso il basamento in bugnato con le arcate, tradizione dei palazzi Fiorentini, sovrastato dall'apparato decorativo gigliato in ferro.
Il Mercato mengoniano divenne così una grossa Hall per Esposizioni che fu inaugurata per la prima volta al pubblico con la grande Esposizione di Orticoltura del maggio 1874 , quando ormai la capitale era già stata trasferita da 4 anni.
L' imponente struttura copre approssimativamente 5000 mq, valse l' elogio dell’Arcivescovo , che risuonò in tutta la stampa nazionale, ma non bastò per l'abbandono in cui volse per i successivi due anni; quando fu ripreso e ammodernato, con una novità che caratterizza questo avvenimento: l’illuminazione, che fu assicurata da 800 fiaccole a gas; da allora ha subito ristrutturazioni e modifiche strutturali fino ai giorni nostri, trasformando quindi il concetto di quello che una volta era considerato il cuore della città, il punto d’incontro di persone così diverse le une dalle altre, ma accomunate da un unico desiderio, da un’unica caratteristica: VIVERE IL MERCATO.
Passando dalle imponenti entrate ottocentesche in ferro e vetro si viene assaliti dal vocio continuo ed ininterrotto, persone del luogo uscite di casa semplicemente per fare la spesa che incontrano turisti con lo zaino in spalla e la macchina fotografica in mano che si trovano lì per ammirare particolari di una vita che appartengono ormai ad un’altra epoca, ma che vivono ancora nel presente.
Un luogo in cui la magia dell'epoca passata si fonde con il vivo fervore della vita quotidiana, un luogo tanto caro ai Fiorentini che dimostrano ogni giorno l'apprezzamento per la qualità dei prodotti che vengono venduti, una qualità che si apprezza assaggiandola, come si faceva una volta, scegliendo nella vasta gamma di botteghe che ci sono a disposizione, tutti prodotti che arrivano dalla piana Fiorentina, ma non mancano le piccole perle che tutt'ora è raro trovare anche nei moderni centri commerciali.
Oggi il Mercato Centrale è un luogo di incontri dove il fattore umano conta quanto la qualità della merce venduta; la spesa quotidiana è l'occasione per regalare ai clienti ricette e consigli provenienti dalla tradizione culturale che si tramanda da secoli, di generazione in generazione, attraverso gli esperti operatori del mercato.
Uno spazio della memoria dove si incontrano l’essere metropolitano e il saper fare rurale, dove i sapori e le storie individuali si contaminano alla ricerca di una genuinità che non è solo qualità dei prodotti ma anche espressione di una storia collettiva che non accenna a sfumare, pur rimanendo in una modernità di mezzi e metodi.
Un luogo che pur mantenendo la sua viva identità si trasforma abbracciando le richieste dei suoi clienti, cercando un punto di incontro tra le modernità delle abitudini delle persone e la routine dei venditori. E’ qua in mezzo che si colloca la facciata nuova del mercato , una struttura che lavora tra cliente abituale e venditore, una nuova realtà che vede lo storico Mercato Centrale lanciato in un situazioni e collaborazioni esterne, che ne rilanciano e sottolineano la sua storicità che appartiene alla vita quotidiana Fiorentina da secoli . Un mercato che non si adagia alle naturali richieste dell’ambiente, ma lo abbraccia, creando una cooperazione che appoggia sul mercato ma si protrae verso i cittadini creando quelle piccole comodità che sono ormai un’abitudine per tutti.
Nascono quindi progetti ed eventi che vedono la vita del mercato in situazioni al di fuori del commercio, ma che ne sottolineano la propria storia e cultura, che ha da sempre le radici fondate nella città, e alle quali i cittadini sono ben legati, rispondendo positivamente alle attività di un mercato moderno e sempre al passo con loro.